La Lira italiana: problemi e prospettive
Ormai da dieci anni, rescisso anche il legame indiretto all'oro attraverso la convertibilità del dollaro e la fissità dei cambi, la lira, come le altre monete, ~ divenuta un bene ancor più immateriale e astratto, garantito nel suo val ore da null' altro che dalla forza dell' economia e dalla capacità del corpo sociale di organizzarsi e di govemare». Questo monito del Governatore Ciampi, contenuto nelle "Considerazioni finali" della Relazione della Banca d 'Italia del 1980, veniva accompagnato dalla richiesta di uno "statuto della moneta" necessario per assicurare, in un periodo nel quale l'inflazione persisteva su tassi annui dell' ordine del 20 per cento, il ritorno a una moneta stabile, ossia la riconquista di un metro stabile per tutti i beni presenti e futuri. Rispetto a quella difficile situazione diversi progressi sono stati compiuti, specie nella lotta all'inflazione, ma non sono bastati a salvaguardare il valore della nostra lira, stretta nella morsa di una finanza pubblica squilibrata e di un'economia reale fortemente condizionata da gravi problemi strutturali e da mercati sempre pi concorrenziali ed integrati a livello europeo. In più il Paese è in preda a una profonda crisi morale, istituzionale e sociale. Di questi problemi vecchi e nuovi che pesano sulla nostra lira ritengo utile prospettare una analisi degli aspetti più significativi, riproponendo mie considerazioni pubblicate negli anni ottanta con aggiornamenti sull'evoluzione più recente delle condizioni economiche che costituiscono i dati "fondamentali" sui quali poggia il cambio della nostra moneta. La rassegna non ha alcuna pretesa di completezza dell'esame dei molteplici aspetti, che direttamente o indirettamente agiscono sul livello del cambio, tra i quali viene dato maggior rilievo ai problemi della finanza pubblica che rappresentano i nervi scoperti della economia italiana, sui quali occorre agire prontamente rispetto ad altri aspetti, quali la politica dei redditi, già orientata a produrre significativi benefici, specie sulla dinamica dei prezzi, per il contenimento della crescita salariale derivante da accordi fondati sul dialogo costruttivo fra le parti sociali. Sui diversi temi si ~ esteso l'esame agli impegni assunti con l' adesione all' ambizioso progetto dell'Unione Monetaria Europea attivato con il trattato di Maastricht, che d priorità all'obiettivo della stabilita dei prezzi, il bene primari per ogni nazione da conquistare, salvaguardare e coniugare con quello dello sviluppo economico a tutela delle presenti e future generazioni. Per la progressiva polverizzazione del valore unitario delle nostra lira, che si presenta sempre più debole nei confronti internazionali con tutte le altre valute convertibili, si comprende bene come per !'Italia la meta del Trattato di Maastricht dell'ECU come nuova unita monetaria sia comunque un obiettivo fondamentale da perseguire indipendentemente dall'auspicabile avanzamento del disegno unitario europeo. I legami con gli altri paesi europei devono essere per noi stimolo nell'impegno di riformare il nostro sistema istituzionale ed economico, di rientrare tra le nazioni più progredite e di collaborare alla introduzione della moneta unica europea che, oltre ad unirci all'Europa, servir~ a risolvere il grave problema dello svilimento della nostra lira, che già nel 1986 ci portò ad un passo dall'introduzione della "lira nuova".