Gli over 65 rappresentano e saranno sempre di pi~ la vera risorsa del nostro Paese: in termini sociali, innanzitutto; in secondo luogo economici, ma anche culturali. Per i primi due aspetti basta ricordare quanto i nostri "nonni" sono stati importanti in questa lunga crisi che dal 2008 attanaglia il nostro Paese, supportando le famiglie pi~ giovani costituite dai lorn figli e anche dai nipoti, aprendo le lorn case e contribuendo ai bilanci familiari. Non meno importante il lorn ruolo culturale. Nel 2011 sono stati i nostri nonni a prenderci per mano e avvicinarci alla "riscoperta della Patria" nel corso del 150° anniversario dell Unità d'Italia. Sono stati lorn, in gran parte, ad esporre e sventolare i tricolori nei giomi delle celebrazioni e il 17 marzo del 2011, a raccontare la storia ai pi~ giovani, ad insegnare I' inno nazionale ai nipoti, a trasmettere quel senso di appartenenza che rappresenta la continuità storica, sociale e culturale tra generazioni, ma anche a scendere in piazza nelle giornate commemorative di eventi storici. Gli over 65, quelli che fino a poco tempo fa chiamavamo, ingiustamente, "la terza età" oggi rappresentano per le famiglie trait d'union tra passato e futuro, tra memoria e identità. Per lorn, che in questi anni difficili, hanno rappresentato un punto di riferimento che ha consentito al nostro Paese di evitare il peggio, bisogna ipotizzare nuove soluzioni finanziarie che consentano di vivere serenamente il futuro che li vedrà sempre più protagonisti, come emerge dalla ricerca "Nuove soluzioni finanziarie per la terza età: come integrare i redditi degli over 65 anche in Italia, valorizzando e difendendo la propria casa".
Le famiglie italiane nel 2006, alla vigilia della grande crisi economica, erano le più ricche d'Europa; sia in termini assoluti che di percentuale sul Pil. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie (quindi al netto delle loro passività) ammontava a oltre 3.000 miliardi di euro, contro i 2.600 miliardi delle famiglie tedesche. Nel corso della crisi le famiglie hanno fortemente intaccato la propria ricchezza finanziaria netta, che scesa di circa 300 miliardi di euro, ma che pur sempre pari al 175% del Pil (Censis). In termini asso• luti le famiglie italiane hanno perduto il primato a favore di quel• le tedesche. Come leggere questo trend? In termini facilmente spiegabile: riduzione del valore degli asset patrimoniali, mobiliari, aumento dell' indebitamento per finanziare i consumi, non ridotti dalle famiglie per tutta la prima fase della crisi, fino alla meta del 2011. noto che in Italia nel 2008-2010i consumi si siano ridotti meno che in altri Paesi, continuando a finanziare la produzione e le importazioni. Questa ricchezza che ci ha consentito di affrontare la crisi ~ il frutto del valore cumulato da tutte le generazioni del dopoguerra, gli over 65 di oggi. Oggi, pero, siamo consapevoli che la consumeremo rapidamente. Si sta cosi aprendo una nuova pagina nella dinamica finanziaria delle famiglie, legata all'esigenza di pianificare un "decumulo" del patrimonio degli anziani; si inizia cioè a comprendere che in un normale ciclo di vita dopo la fase dell' accumulo dei risparmi, viene la fase in cui questo patrimonio deve essere in parte utilizzato ("decumulato") per garantire un adeguato tenore di vita anche dopo l'impegno lavorativo attivo. Tuttavia, a fronte di esigenze di liquidità crescenti, il patrimonio degli anziani è fortemente concentrato su investimenti immobiliari, da sempre considerati solidi nel lungo periodo ma certamente inadatti ad una gestione flessibile della liquidità. In questo macro-scenario, l' attenta ed approfondita analisi di Aurelio Valente e Carlo Gilardi sottolinea l' esigenza di poter rendere più liquido e fruibile il patrimonio degli anziani da considerare non solo come una chiara priorità dei singoli, ma anche come asso• luta esigenza dell'intera società. Non ~ infatti pensabile che, a causa della crisi economica che ha assorbito tante risorse negli ultimi anni, questa esigenza di liquidità possa es sere colmata dall'aumento delle prestazioni previdenziali a carico dello Stato. Infatti, sotto il peso delle crescenti esigenze delle finanze pubbliche le difficoltà finanziarie delle famiglie sono destinate ad aumentare, aggravando le prospettive degli anziani e delle loro famiglie. Il 150° dell'Unita d'Italia ha rappresentato un momento impor• tante di passaggio intergenerazionale storico, sociale, culturale e anche economico, ma ha crudamente prospettato, complice la crisi economica, anche i problemi che avremo nel 2061. Solo la Germania, in Europa, ha un indice di vecchiaia superiore (150% ). L'Italia in pochi anni, dal 2002 al 2010, è passata da un indice di vecchiaia di 131 a 144. Che cosa vuol dire? Che ci sono 144 anziani (oltre 65 anni) ogni 100 giovani (meno di 15 anni). Ma in Sardegna è 156, in Friuli l'indice è 187, in Liguria 255. In Francia dove da 20 anni si fanno politiche per la famiglia, I'indice è 89,4: ci sono più giovani che anziani. Qual è la conseguenza? Lo spiega bene il Censis quando dimostra che la generazione tra i 55 e i loro figli, a causa della mancanza di servizi per l' infanzia. Situazione che si è ulteriormente aggravata nel corso del 2012. Sono le decadi sulle quali si accumulano il patrimonio e le scelte finanziarie delle famiglie che ha rappresentato il vero polmone di assistenza sociale del Paese. Insomma, la famiglia italiana ha saputo per due decenni reggere una serie continua di riduzioni di benefici sociali, l' aumento della competitività del mercato del lavoro, sacrifici finanziari e previdenziali. Con la nascita dell'Euro ha visto per qualche anno con• solidarsi i propri investimenti, che sono aumentati di valore e si sono fissati in moneta forte. Ora comincia a vedersi consumare il patrimonio. Bisogna darsi da fare perchè non si arrivi impreparati all' appuntamento. Questo testo di Aurelio Valente e Carlo Gilardi traccia un percorso possibile.